Negli ultimi anni sia i pediatri che i medici dell’adulto hanno imparato a conoscere una patologia esofagea complessa che clinicamente ricorda la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) a decorso protratto e resistente alle comuni terapie. Si tratta della Esofagite Eosinofila (EoE) che sembra avere una prevalenza di circa 34 casi su 100.000 soggetti in età pediatrica (un po’ al di sotto della prevalenza negli adulti che si aggira intorno ai 42 casi su 100.000). L’aumento significativo di diagnosi che si riscontra nei principali centri di riferimento di gastroenterologia pediatrica deriva, verosimilmente, da una migliore definizione diagnostica. La malattia è immunologica e consiste in un’infiltrazione della mucosa esofagea da parte di eosinofili, che sono delle cellule con vocazione pro-infiammatoria. Alla base della malattia vi è sicuramente un’anormale triangolazione tra genetica, immunità e antigeni alimentari (ma anche respiratori)
I dati salienti sulla EoE (che aiutano nell’orientare la diagnosi), presenti in proporzione variabile nei pazienti, si possono così riassumere:
- I sintomi/segni principali sono: episodi di vomito alimentare (anche rigurgiti abbondanti) con scarsa assunzione di cibo, specialmente per i solidi; dolore epigastrico (a volte anche retrosternale); disfagia con sensazione di arresto del bolo o difficile transito del bolo lungo l’esofago; scarsa risposta alla terapia antisecretiva acida in pazienti ritenuti affetti da MRGE
- Anamnesi positiva per allergia alimentare e respiratoria, sia nel paziente che nei familiari di primo grado
- Una storia di scarsa risposta alla terapia con inibitori della pompa protonica (PPI) in pazienti in cui si era stata posta diagnosi di MRGE correttamente
- Immagini endoscopiche esofagee suggestive; strie longitudinali, pliche edematose, chiazze biancastre, restringimento del lume (sia per edema-infiammazione sia per stenosi organica)
- Infiltrato importante di eosinofili della mucosa esofagea (di solito > 15 eosinofili per alto campo di risoluzione al microscopio)
Le lesioni (endoscopiche e istologiche esofagee) interessano i vari tratti dell’esofago, a volte di più le zone prossimali.
La EoE è una malattia cronica recidivante e il suo trattamento è complesso e richiede la gestione di un centro di riferimento. Le scelte terapeutiche codificate dalle più recenti linee guida si possono così riassumere:
- Ciclo di PPI a dosaggio elevato e per periodi sufficientemente lunghi (12 settimane)
- Steroidi topici (fluticasone, budesonide) per os, veicolati in soluzioni abbastanza viscose e tali da permettere il contatto prolungato dello steroide con l’epitelio esofageo
- Diete da esclusione con eliminazione di antigeni alimentari tra i più allergizzanti (proteine del latte vaccino, della soia, dell’uovo, del pesce, del glutine e frutta secca) scegliendo il numero di allergeni da escludere sulla base della storia clinica e dei test allergologici
- Farmaci biologici
Le tappe terapeutiche suddette possono essere eseguite singolarmente o in combinazione.